giovedì 28 gennaio 2021

Forme di governo e divisione dei poteri

Parlare di forme di governo è ambizioso e decisamente temerario.

L'uomo si interroga e filosofa sull'argomento da secoli, probabilmente dai primi momenti in cui ha deciso di creare gruppi al di là del ristretto nucleo familiare.

E il dibattito, iniziato tanto tempo fa, non è certo stato esaurito e portato a compimento. Altrimenti non avremmo in giro tanti problemi dal punto di vista dell'amministrazione di nazioni, città e popoli.

Ma non è neppure vero il contrario, ovvero che da nessuna parte ci si sia avvicinati ad una funzionale e corretta definizione di cosa sia un buon governo e come debba essere costruito, gestito e controllato.

In una contesto di un futuro e società migliore (Eutopia) vediamo di riconsiderare alcuni punti. Soprattutto alla luce dell'ultima crisi di governo della nostra nazione (Italia) che al momento non brilla nè ha brillato negli ultimi decenni per stabilità ed efficacia del governo.

Partiamo soprattutto dal fondamento (che viene fatto risalire al pensatore francese Montesquieu) che viene denominato SEPARAZIONE DEI POTERI.

Questo principio non ci dice altro che essendo il potere qualcosa di enorme, può essere pericoloso lasciarlo nelle mani di una sola persona, di un solo gruppo o di una sola fazione.

Quale che sia il concreto modo in cui il governo viene scelto (solo uno, in pochi, in tanti, eletti, per dinastia, etc...) deve esistere un sistema di contrappesi per cui ci possa sempre essere un punto di potere che possa controllare e monitorare l'operato di un altro punto di potere in modo che ci sia equilibrio.

La separazione dei poteri viene attuato, nei fatti, con la creazione di 3 poteri: potere legislativo, potere amministrativo e potere giurisdizionale (giudicante). Quindi c'è chi fa le leggi (quadro generale delle norme di una nazione), chi amministra e dirige e chi fa rispettare le leggi e prende provvedimenti quando vengono infrante. Ogni potere ha la sua autonomia e opera in collaborazione con gli altri. Ogni potere inizia dove finisce l'altro.

Tutto questo è altamente corretto e nei fatti, praticamente tutte le nazioni si orientano (almeno nella teoria) verso questo principio. Il problema nasce come concretamente lo si pone in azione.

Perchè una errata "messa su strada" di questi concetti può portare ad uno svilimento del concetto o ad una preponderanza di un potere sugli altri o addirittura ad una nazione che abbia un vuoto di potere.

L'Italia al momento è probabilmente in una fase in cui appare fin troppo evidente la debolezza del potere amministrativo. Sappiamo che da decenni la nostra nazione continua ad andare avanti con governicchi deboli e provvisori, che cambiano continuamente e che nessuno riesce a considerare come affidabili e stabili.

Un pò meglio va il potere legislativo anche se non tutto funziona per il meglio. Lo stesso dicasi per il potere giurisdizionale.

Nei prossimi post esamineremo lo "stato di salute" di ognuno di questi 3 poteri nella nostra nazione e faremo qualche visita ad altre situazioni nei principali paesi del mondo.

Ad Maiora

martedì 19 gennaio 2021

Come porsi di fronte a chi fa bene le cose? (parte 1)

In un mondo come dovrebbe essere, che tipo di atteggiamento occorrerebbe avere nei confronti della produttività, del buon operare, dell'essere capace, dell'andar bene e via discorrendo?

Cosa dice la mia Eutopia riguardo a questo argomento?

Prima di esprimerlo in parole semplice, occorre fare un paio di dovute premesse.

La prima è che molti dei concetti esposti sono stati trattati, ampliati, estesi e confusi nella cultura umana per molte decine e centinaia di anni.

Creando un guazzabuglio di concetti che spesso sono difficile da analizzare singolarmente e che causano spessissimo molti fraintendimenti.

Non perchè i concetti in se siano sbagliati o complessi. Non lo sono.

Diventano complessi perchè confusi e approssimati. Vengono fatte analogie dove non vi sono similitudini o uguaglianze dove non c'è niente di uguale.

Andiamo al sodo.

Quando parliamo di produttività, non intendiamo solo una caratteristica di una fabbrica o una azienda o un impiegato. La produttività è la capacità di realizzare cose.

Uno studente produttivo è uno studente che studia, comprende ciò che studia e ottiene buoni voti e promozioni.
Ma il concetto si può estendere anche al di là del lavoro. Possiamo avere una mamma produttiva, un papà produttivo, un figlio produttivo, una fidanzata produttiva, un marito produttivo, un amico produttivo.

Cosa intendiamo in questo caso? Che la persona sta indossando il ruolo che dice di indossare o che si è in modo concordato d'accordo che lei indossi e ottiene i risultati o svolge le azioni che ci si aspetta da quel ruolo.

E qui veniamo al dunque. Ovvero è stato forse specificato con esattezza cosa quella persona in quel ruolo dovrebbe fare e ottenere? Perchè solo il definirlo prima permette di controllare dopo se ciò è avvenuto.

Se io decido di essere un amico e penso che per esserlo devo farmi i cavoli miei, cercare qualcuno quando mi fa comodo ma non essere raggiungibile quando servo agli altri.... beh.... forse potrebbe andar bene ma non è ciò che, in senso comune e generalmente accettato, le persone si aspettano che un amico faccia e sia.

Anzi se analizziamo ogni ruolo esista nella società umana, si scoprirà che non è poi così difficile stabilire quale sia la "produzione" insita in quel ruolo. Certo, la società sta diventando un pò confusa a riguardo. L'espansione del fenomeno del relativismo culturale (per cui tutto è uguale a tutto e nessuno può dire che qualcosa è in un certo modo) sta portando a ridefinire una gran quantità di ruoli.
Che anche nel momento in cui fosse una giusta ridefinizione, ha l'effetto collaterale di creare molta confusione.

Ad esempio. Quale è lo scopo e ciò che deve ottenere una mamma, nell'allevare dei figli?

Qualcuno potrebbe dire proteggerli. Qualcuno potrebbe dire permettere che corpi indifesi vengano protetti fino al punto in cui sono capaci di badare a se stessi da soli. Che sembra uguale ma non lo è.

Con quest'ultima definizione, vedremmo che una buona azione di una mamma è quella che va nella direzione di ottenere che un figlio cresca e sia sempre più capace di badare a se stesso.
Tutto ciò che contribuisce a ciò è una buona azione e tutto ciò che non contribuisce non è in quella misura una buona azione.

E da qui sarebbe facile anche capire che cosa significa essere una mamma produttiva. Significherebbe essere una mamma che ottiene sempre di più un figlio autonomo, che sa difendersi e occuparsi delle cose e capace di replicare questo percorso anche per i suoi figli in un tramandare la vita da generazione in generazione.

Il "comportarsi bene", "essere educato" etc. sono parte di questo pacchetto ma non sono lo scopo. E si eviterebbe di dare troppa enfasi a cosa significa esattamente comportarsi bene. Che significa tanto ma spesso anche niente.

Ad Maiora.

mercoledì 6 gennaio 2021

Ritorniamo in attività.

 


Dopo un anno di inattività (anche un pò di più...), ritorno a pubblicare un post su questo blog.

Cosa è successo dall'ultimo post? Non credo proprio che serva che lo scriviamo a caratteri cubitali.
In effetti il mondo non è più (e probabilmente non lo sarà più) quello di prima.
E (tolgo anche il forse...) mai come ora è necessario avere in mente cosa vorremmo in questo mondo al posto di questa specie di surrogato di società.

Io l'ho chiamata "la mia eutopia", il mio bel luogo. La potremmo chiamare anche SCENA IDEALE. Ovvero dobbiamo per forza avere in mente quale è la scena che vorremmo realizzare, quello che vorremmo che fosse.

Perchè se non abbiamo una scena ideale, non possiamo vedere quanto distante dalla scena ideale è la scena esistente.

Questa pandemia di questo virus che tanta paura continua a fare a moltissime persone ma anche governi e organizzazioni, ha sicuramente creato uno scenario nuovo e ci obbliga a osservare le cose in un modo nuovo.

Diciamoci la verità, non è il covid il problema di questo pianeta. Ora come ora in tutte le TV, giornali e mass-media non si fa altro che parlare del virus, delle sue conseguenze e di ciò che occorre fare per contrastare la sua diffusione.

Io ritengo che la comparsa di questo virus abbia solamente squarciato il velo che copriva la realtà. Una sorta di velo di maya shoschopenhaueriano.
I veri problemi sono venuti a galla ma esistevano già da tempo, forse da troppo tempo per poter innocentemente dire che non li conoscevamo.

In questo appena passato 2020, ho riflettuto molto sulle questioni derivanti dalla pandemia. Molto di più di aver pensato a cosa effettivamente fosse e producesse la pandemia.

E sebbene con molti, molti mesi di ritardo eccomi qui a cercare di parlare di come il mondo dovrebbe essere.

Ovviamente e molto umilmente, secondo il mio punto di vista.

Grazie per l'attenzione
Ad Maiora